Anche a Treia posta una prima pietra, quella del convento del Santuario del SS Crocifisso

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Posta simbolicamente la prima pietra del cantiere del convento del Santuario del Santissimo Crocifisso a Treia. L’intervento, che ha un importo di 6,9 milioni, punta a riparare i gravi danni riportati dopo il terremoto del 2016/2017, che ha prodotto una totale inagibilità del complesso. Tra le azioni in programma, oltre al restauro pittorico e degli elementi decorativi, ci sono la demolizione dell’edificio mono-piano realizzato nella seconda metà del ‘900 nella zona est, la rimodulazione delle quote di calpestio di piano terra, la conservazione ed il restauro dei pavimenti del porticato e del chiostro interno, la razionalizzazione degli spazi interni ed il superamento barriere architettoniche con implementazione del tessuto connettivo orizzontale e verticale. 

Presenti all’avvio dei lavori il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il Commissario alla ricostruzione Guido Castelli, il sindaco Franco Capponi e il Consigliere provinciale Andrea Mozzoni, presenti inoltre i tecnici progettisti guidati dall’Ing. Enrico Cinciripini e il responsabile della ditta esecutrice dei lavori “Ricostruire” di Ascoli Piceno, dell’Ing. Dino Di Vincenzo &C. S.p.a.

Il Sindaco Franco Capponi: “Per noi si tratta di un intervento importantissimo che interessa un territorio molto più vasto visto che il Santuario Francescano è frequentato da tanti fedeli provenienti da tutta la Provincia maceratese e non solo. Le funzioni religiose del convento infatti e l’ospitalità dei Frati, nel 2017 sono state trasferite in una nuova struttura temporanea in legno e oggi sapere che i lavori di ricostruzione sono avviati, finanziati integralmente e che ci restituiranno il Convento del SS. Crocifisso nella sua originaria bellezza ci riempie di gioia, mentre aspettiamo fiduciosi anche  il finanziamento e l’approvazione del Progetto esecutivo della bellissima Chiesa del Santuario, anch’essa fortemente danneggiata. Se tutto il procedimento autorizzativo si concludesse entro l’estate rappresenterebbe davvero uno dei più bei regali che avremmo potuto desiderare, per i fedeli e i tanti visitatori che ogni anno vengono anche per ammirare le rovine e i reperti Archeologici della vecchia Città romana di Trea che qui era insediata”.

Il Consigliere provinciale e comunale di Treia Andrea Mozzoni: “Una giornata straordinaria per Treia che va anche oltre la gioia della sua comunità. Aver accompagnato il presidente Acquaroli e il commissario straordinario Castelli in questa visita riempie d’orgoglio da treiese per l’importanza che vanta come riferimento per i fedeli e anche storicamente tutto il complesso, l’attenzione posta dalla Regione Marche e dalla struttura commissariale segna da tempo il cambio di passo nella ricostruzione e, come in questo caso, c’è grande gioia e attesa grazie all’avvio dei lavori”.

L’intervento, che ha un importo di 6,9 milioni, punta a riparare i gravi danni riportati dopo il terremoto del 2016/2017, che ha prodotto una totale inagibilità del complesso costituito dal convento dei frati francescani e dalle sale dei servizi e per le attività religiose e sociali di cui il convento è ricchissimo. Tra le azioni in programma, oltre al restauro pittorico e degli elementi decorativi, ci sono la demolizione dell’edificio mono-piano realizzato nella seconda metà del ‘900 nella zona est, la rimodulazione delle quote di calpestio di piano terra, la conservazione e il restauro dei pavimenti del porticato e del chiostro interno, la razionalizzazione degli spazi interni ed il superamento barriere architettoniche con implementazione del tessuto connettivo orizzontale e verticale. 

L’intero fabbricato sorge sulle rovine dell’antico insediamento pre-romano di Treia. A testimonianza dell’antichità dell’impianto originario risulta tuttora visibile la pianta di un anfiteatro nell’area adiacente al santuario, oltre ai frammenti ritrovati di epoca romana, alcuni dei quali inseriti nei muri del convento, a due pavimentazioni musive e a due preziose statue egizie, Iside e Serapide, rinvenute nel settecento, queste conservate nel bel museo cittadino con altri reperti di epoca picena e romana..

7 aprile 2024

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