Warning… è arrivato il global warming! A chi la colpa: anidride carbonica o sprechi?

Print Friendly, PDF & Email

Si, è proprio così, il paventato riscaldamento globale del pianeta è proprio arrivato, la terra si sta surriscaldando e per l’inevitabili e sempiterne leggi della fisica, l’aumento della temperatura superficiale del globo terracqueo fa evaporare più intensamente la metà acquea che però salendo in quota si raffredda e torna giù, senza averne colpa, ed essendo salita in cielo molta di più dei bei tempi, allaga, fa smottare e non la smette di combinare altre cattiverie meteorologiche.

Perché mai tutto questo nel pianeta miracolo del sistema solare? Di chi è la colpa di ‘sti disastri ogni anno peggiori? Lo sappiamo tutti perché siamo stati ben informati dalla stampa specializzata e non, il colpevole è il Ci-O-Due, il drago cattivo che avvolge il pianeta e fa rimbalzare a terra le radiazioni solari che sono già arrivate a sbattere sulla terra e se ne tornerebbero da dove sono venute, ma la Ci-O-Due non le farebbe passare e rimbalzano giù. Usare sinonimi è normale e talvolta usare la formula chimica anziché il nome in lingua può cambiare anche la faccia dell’innocua anidride carbonica, composto che, la fisica spiega, è il naturale prodotto di un fenomeno detto “combustione” che combina il carbonio e l’ossigeno che non spariscono, ma come spiegò Lavoisier semplicemente si trasformano: tanti erano come massa e tanti sono ancora dopo che la combustione ha prodotto un fenomeno temporaneo detto fiamma oppure fuoco, che produce il “calore”, come tutti sappiamo.

In teoria non ci perderemmo nulla, ma la combustione produce il “fumo” che sale in cielo perché è caldo ed è in massima parte CiO-Due. La Ci-O-Due è perciò quel drago cattivo che dobbiamo combattere, eliminarlo come si predica dappertutto richiedendo il “controllo delle emissioni” ovvero del fumo. Sviluppando il concetto sembrerebbe che se si elimina il fumo si elimina il “global warming” e si sconfigge il drago cattivo. La mia impressione personale, immaginando la lotta al riscaldamento globale come la lotta al drago cattivo, mi suggerisce che prendendocela colla Ci-O-Due si cerchi di prendere il drago per la coda, e non  per la testa. La questione non è filosofica, è serissima e come tale deve essere considerata, senza prenderla sottogamba e ognuno deve rendersi conto con le proprie conoscenze in materia della gravità della questione. Lo sto facendo anch’io, ovviamente pensando a modo mio.

A questo proposito mi ricordo che il nonno, quand’ero bimbo, magari per una marachella che non volevo ammettere, ma aveva lasciato qualche traccia, indicandomela mi ripeteva il vecchio adagio “dove c’è fumo c’è arrosto”. Nella frase, il missing link fra fumo e arrosto è il fuoco, che ci deve per forza essere per produrre il fumo ma è, però, indispensabile perché fuoco è calore e senza di lui non si può cuocere l’arrosto, perciò senza fumo quindi senza fuoco non ci può essere arrosto e addio secondo a pranzo. Certamente non basta pensare di sostituire l’arrosto con il lesso per evitare il fumo e dobbiamo invece considerare che mangiare arrosto è civiltà: è il “benessere”, però senza fumo non può esserci benessere.

Se vogliamo spostare dalla bonaria ironia alla Fisica il serio problema del riscaldamento globale forse dobbiamo orientarci sul fatto che il genere umano consuma un’enormità di energie ed è molto probabilmente il liberare tutte queste energie (che a volte si può definire spreco) la causa vera del riscaldamento globale, di cui la Ci-O-Due nell’atmosfera è una incolpevole traccia. Sappiamo che il Creatore ha inventato le regole della fisica e fra queste regole ne ha scritta una che gli riserva in esclusiva di ottenere un rendimento pari a uno quando si compie una trasformazione energetica. Le azioni in questo senso dell’uomo sono sempre con rendimento inferiore a uno, anche se non c’è di mezzo una fiamma, una qualsiasi azione sulla materia per modificarne anche minimamente lo stato, paga un tributo all’universo che vale la differenza fra le quantità di energia usate e le quantità risultato del processo.

Le quantità di energie impiegate in una trasformazione sono sempre e inevitabilmente maggiori di quelle ottenute in altra forma come risultato del processo medesimo, perché una parte di queste si è trasformata in calore, che non svanisce ma ritorna a essere energia che si è trasferita da qualche altra parte, ovvero ha scaldato qualcosa, perché “nulla si crea e nulla si distrugge” come ben sappiamo. Noi non siamo Dio e pertanto dovremmo anziché dar la colpa all’anidride carbonica interrogarci sul fatto etico e morale se sia corretto, nei riguardi delle generazioni future, continuare a sprecare inutilmente energie potenziali pagando alla fisica la tassa del rendimento, ovvero la produzione di calore. Oggi i totem dell’uomo sono la crescita, la produttività con l’automazione, l’eliminazione totale delle attività manuali perché siamo arrivati addirittura allo spazzolino da denti motorizzato. Il guaio è che ognuna di queste attività meccaniche ha un rendimento, che il motore sia termico o illusoriamente elettrico, libera calore che rimane sulla terra. Il genere umano, ovvero noi, non una entità astratta, dovremmo pensarci un  poco su sugli sprechi energetici non necessari. Penso che sia assolutamente necessario utilizzare il trattore per arare, decisamente meno indispensabile girare da soli in Suv da trecento cavalli, che -è vero- è il mezzo degli “arrivati”, ma arrivati dove? Arrivati a due fermate dal capolinea del genere umano?

M. Difficilino

22 maggio 2024

Sii il primo a dire che ti piace

Commenti

commenti