In provincia di Macerata ma un po’ in tutte le Marche, esiste il problema discariche. Già molti anni fa, parafrasando il refrain di una famosa canzone, scrivevamo su La rucola: “La monnezza dove la metto, dove la metto non si sa, non c’è posto né qua né là”.
In tanti decenni mai si è affrontato il problema di petto ma si è preferito allungarlo nel tempo lasciando la soluzione alle future generazioni. Per una volta che ci hanno provato lo hanno fatto male, acquistando per il Cosmari un impianto d’incenerimento di vecchia concezione che bruciava sì ma emetteva fumo tossico dal camino, che causò in zona tanti, troppi casi di tumore, tanto che alla fine la popolazione protestò e l’impianto, pagato fior di milioni, venne definitivamente chiuso.
E siamo tornati daccapo alla storia: non più fumi ma puzze e territorio avvelenato. Produciamo tanta immondizia e non bastandoci la nostra ne prendiamo anche da Pesaro, le discariche individuate nel corso degli anni, con le proteste dei residenti inascoltate, si sono riempite a velocità incredibile e ogni volta si torna alla ricerca di un nuovo sito. Di questi siti il nostro territorio è zeppo, ne siamo circondati e ancora non bastano. Chi si occupa di politica regionale cosa ha pensato per decenni? Facciamo una nuova discarica?
Pare proprio di sì e la pentola puzzolente è stata scoperchiata quando si è malauguratamente pensato, dopo aver individuato una quarantina di siti in territorio provinciale, successivamente ridotti a venti, di renderne operativo un altro a Macerata. Non ha protestato la politica ma la gente! Perché le persone abitano un territorio e lo conoscono bene, e sanno giudicare se un luogo è idoneo oppure sbagliato.
Alea iacta est! Ed è stato deciso: “La monnezza a Botonto e in contrada Cervare!”. Incarico di reperire il sito migliore affidato all’Università Politecnica di Ancona, con “raccomandazione” di indicare il sito dal percorso più breve. Badate bene. Non il più idoneo ma il più vicino! E che hanno fatto i tecnici universitari? Si sono buttati su Google maps e hanno fatto il conto della serva: da qui a qui sono tot chilometri, da qua a là sono tot chilometri e la somma è presto tirata. Ecco come è stato individuato il percorso più breve e, come conseguenza, è di nessuna importanza tutto il resto. Abbiamo incontrato l’avvocato Giovanni Vagni, presidente del Comitato No Discarica.
Ci ha spiegato l’avvocato Giovanni Vagni: “Abbiamo testato il percorso con un camion simile a quelli usati dal Cosmari e, a parte il caos generato nell’attraversamento del trafficatissimo corso Cairoli, il Tir ha incontrato notevoli difficoltà, data la sua mole, a girare negli incroci e nelle curve strette e, soprattutto a raggiungere la meta finale dove non esiste strada ma c’è solo un tratturo! Che su Google maps è segnalato come strada e strada non è. Facile tracciare un percorso senza controllare di persona! E non dimentichiamo le falde acquifere, la natura della campagna circostante, le aziende agrituristiche presenti in zona”.
Come vi state muovendo adesso? “Come Comitato abbiamo preso contatto con i Comuni più a rischio immediato: Corridonia, Pollenza e Recanati-Montefano ma, affinché non sia una guerra tra poveri, tipo la scanso da me per mandarla a te!, coinvolgeremo tutti i sindaci della provincia perché in futuro non ci siano più discariche. Non è giusto caricare sui giovani, sul futuro, ciò che non si vuole risolvere oggi. Se la politica non sa decidere e temporeggia sarà la popolazione a dare la spinta necessaria e i politici dovranno prestare un ascolto attento”.
Avete già avuto incontri ufficiali? “Sì, abbiamo avuto disponibilità da Luca Buldorini, vicepresidente della Provincia di Macerata e lo abbiamo incontrato trovandolo molto interessato e attento all’ascolto, tanto che alla fine è stato stilato un documento condiviso e sottoscritto da entrambi”.
Ci può anticipare la sostanza di quanto concordato? “Innanzitutto si è trattato di un confronto conoscitivo e istituzionale sulle politiche di gestione dei rifiuti e sulle ipotesi di localizzazione di nuove discariche. Si è evidenziato che è necessario orientare le politiche regionali verso impianti di nuova generazione per il recupero energetico e la valorizzazione dei rifiuti, riducendo progressivamente il ricorso alla discarica. Certamente le decisioni in materia di rifiuti spettano al governo regionale ma la Provincia può garantire supporto tecnico, collaborazione e monitoraggio territoriale”.
In conclusione? “Mentre tutto il resto tace abbiamo trovato una apertura positiva solo da Luca Buldorini, il quale, come noi del Comitato, ha riconosciuto l’importanza del dialogo istituzionale e civico sul tema della gestione sostenibile dei rifiuti per poter risolvere il problema. Noi siamo decisi ad andare avanti perché siamo consapevoli che non si può continuare a “risolvere per non risolvere”, lasciando il cerino acceso in mano alle nuove generazioni. Poi ci si lamenta che i giovani snobbano la politica. Ma noi che esempio abbiamo dato fino a ora?”
Fernando Pallocchini
4 novembre 2025


