Integratori: Riso rosso fermentato e omega 3

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A cura della dott.ssa Alessia Filipponi

 

Se si dovessero avere lievi alterazioni dei valori di trigliceridi e di cole-sterolo, o se si volesse contenere tali valori entro i livelli consigliati, ci si potrà avvalere di un valido aiuto usando quotidianamente integratori a base di “Omega 3” e/o di “Riso rosso fermentato”. Entrambi i principi, se associati a delle buone regole di vita, aiuteranno a tenere sotto controllo il metabolismo lipidico e si potrà ritrovare un benessere generale a tutto favore di una migliore qualità della vita. Va anche detto, a favore degli Omega 3, che questi hanno una valenza terapeutica in soggetti allergici o asmatici affetti da dermatiti ricorrenti; in persone che praticano attività sportive; in soggetti che soffrono reiteratamente di periodontiti; nella degenerazione maculare e, anche, nelle donne in stato di pre-menopausa.

 

Riso rosso fermentato

riso-rosso-fermentatoIl riso rosso fermentato, impiegato per centinaia di anni non solo in campo alimentare ma anche medico e farmacologico, oggi è largamente riconosciuto come ingrediente di elezione per lo sviluppo di integratori alimentari, grazie all’effetto benefico che svolge nei casi di ipercolesterolemie lievi. Questo successo si deve ai molteplici componenti di cui è ricco, in particolare alla Monacolina K, sostanza che appartiene all’ampia famiglia delle monacoline (nome che deriva dal ceppo fungale selezionato del Monascus). Il riso rosso fermentato, in virtù dei suoi contenuti, possiede spiccate proprietà regolarizzanti l’equilibrio enzimatico coinvolto nelle prime tappe bio-sintetiche del colesterolo endogeno. Uno studio condotto su soggetti dislipidemici ha evidenziato, dopo otto settimane di sperimentazione, una diminuzione pari al 23% del coleste-rolo totale; del 31% delle LDL e del 34% dei trigliceridi.

 

Omega 3

pesce-omegaStudi epidemiologici iniziati intorno agli anni ‘70 evidenziarono che gli Inuits, una popolazione eschimese che si nutriva prevalentemente di pesce proveniente dalle coste della Groenlandia e del Giappone, presentavano una incidenza particolarmente bassa di malattia dell’apparato cardiovascolare, nonostante un apporto ridotto di vegetali freschi. Gli studiosi approfondirono le loro valutazioni e considerarono che tale protezione poteva essere correlata al tipo di alimentazione che prevedeva una dieta ricchissima di pesce e che potremmo schematicamente definire “marittima”. Ecco il perché le nostre nonne obbligavano i bambini al consumo di olio di fegato di merluzzo, sebbene fosse di spore rivoltante: sono acidi grassi polinsaturi Omega 3 di origine naturale con molte funzioni biologiche legate al metabolismo degli eicosanoidi, contenuti negli oli di pesce (salmone, sgombro, aringa ecc.).

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