Carlo Magno ha sangue maceratese nelle vene

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Con il presente scritto si tenterà di ricostruire un pezzo di storia, uno dei tasselli mancanti per effetto delle antiche “cancellazioni di Stato”. Come già spiegato ampiamente in articoli e pubblicazioni dai vari ricercatori, ci riferiamo ai Merovingi nel Piceno, rubati da Napoleone per creare l’identità francese; ai Carolingi nel Piceno, fatti propri da Bismark per creare l’identità germanica e, tornando ancora più indietro nel tempo, ai Piceni stessi, cancellati dai Romani.

 

Ricostruire “l’inizio di tutto”

Con questo lavoro si cercherà di ricostruire l’albero genealogico a partire dai Carolingi e andando a ritroso, fino a dimostrare come i loro ascendenti e gli imparentamenti riconducano ai Salii e quindi agli Aborigeni marchigiani. Ricostruito “l’inizio di tutto” si potrà rileggere la storia, attraverso nomi e vite di personaggi sconosciuti ai più, ma che meritano la luce al pari dei loro discendenti più noti: sono tutti importanti per dare un ordine, un senso logico, a ciò che troviamo nei libri e “non quadra”, e spiegano molte cose che vediamo ancora oggi intorno a noi.

 

Scarsità di notizie

Dunque, nei vari siti e testi italiani che siamo riusciti a consultare, si parla poco di Pipinidi, la dinastia che precede i Carolingi. Nelle ricostruzioni genealogiche si parte generalmente e brevemente dalla dinastia carolingia, considerando come capostipite Carlo Martello (il cui nome già è un indizio, deriva da “piccolo Marte”, il dio venerato dai Salii), il cui più “vecchio” antenato che viene menzionato, e raramente, è il bisnonno Pipino Primo di Landen (±575/640), di cui puntualmente si dichiara che non esistono notizie sulla sua famiglia (nel pdf la genalogia classica).

genealogia classica

 

Ricerca tra “santi e beati”

Ma dal momento che tutti i personaggi di spicco del passato furono dichiarati santi, qualcosa in più rispetto a vari libri e a Wikipedia si riesce a trovare nei siti come “santi e beati”, che attingono nei martirologi, a testimonianza che la Chiesa è in grado di sapere più di quanto noi possiamo immaginare, perché per ogni persona dichiarata santa c’è un fascicolo consistente di documenti cartacei, transitata per il Vaticano, dove probabilmente si trova ancora lì sepolta. Quindi nel sito “santi e beati” a esempio, troviamo che San Pipino I di Landen (±575/640) è figlio di tal Carlomanno, di cui non si sa niente e che forse non è mai esistito.

 

Genealogie familiari

Informazione stimolante per cercare ancora nel web: troviamo un sito olandese di genealogie familiari, e altri siti stranieri, non semplicissimi da consultare per la lingua e per la forma in cui vengono presentate le ramificazioni, riportate in numerose e differenti versioni fornite da varie casate. Riteniamo che queste casate dispongano di documenti familiari tramandati, alcuni incompleti, altri inesatti, ma il confronto tra questi, e quelli che i genealogisti ricavano da documenti e iscrizioni, consente una ricostruzione verosimile e indubbiamente interessante.

 

Fredegarii Chronicum

In alcuni schemi, troviamo che questo Carlomanno di Landen anche detto Carlomanno il Vecchio (±545/615) era figlio di Sigeberto The Lame, Merovingio e re dei Franchi Salii – e qui sembrerebbe che i pipinidi siano un ramo dei merovingi, ma forse si tratta di un’adozione (un costume del tempo? A esempio, qualche generazione più avanti re Sigeberto III  adotterà il nipote di Pipino di Landen). In altre genealogie come padre di Carlomanno di Landen non c’è Sigeberto ma tal “Carlo V di Haspengau Hesbaye”, e a conferma di queste ci arriva un passo dal testo Explicit Fredegarii Chronicum – Fredegarii Scholastici Chronicum continuatum pars secunda, auctore anonymo Austrasio – CIII dove leggiamo: “Igiru praefatus Pippinus (ndr: Pipino II di Hestal 640/714) aliam duxit uxorem, nobilem et elegantem, nomine Alpheidam, ex qua genuit filium, vocavitque nomen ejus lingua propria Carlum (ndr: Martello), crevitque puer elegans, atque egregius effectus est”. Cioè: Pipino prese una seconda moglie nobile ed elegante, di nome Alpaide, con la quale generò un figlio che chiamò con un nome della propria lingua, Carlo…

 

La bella Alpaide

Quindi abbandoniamo Sigeberto per avventurarci nell’ascendenza di molti “Carlo”, e negli imparentamenti di Pipinidi e Carolingi con le più importanti casate del tempo, a dimostrazione che l’essere Maestri di palazzo, non significava esattamente condottieri molto vicini al Re, ma personaggi di stirpe nobile, molto ricchi e potenti. E teniamo ben presente la bella Alpaide, (vedremo perché) che gli storici hanno tramandato come “sorella di un servo e di ignote origini”. Esplorando ancora le fonti, esiste una “Vita pippini ducis” ma, guarda caso, non ne abbiamo trovato il testo.

 

Santa Gertrude e Carlomanno

Un altro interessante libro del 1637, che meriterebbe approfondimento da parte degli storici, è la Historia S.Gertrudis di Iosephus Geldolphus, che in una nota descrive così la famiglia dei Pipinidi: “Erus clarissimos et per totam Europam pervulgatos natales” che più o meno significa che “i genitori di Santa Geltrude sono Signori famosissimi e popolari in tutta Europa”; e al capitolo 1 si legge: “Carlomanno cognominato Landensis, nobilissimo figlio di principi, non Vassallo ma figlio di un re degli spagnoli, il cui sangue per linea maschile discende da stirpe Senatoria romana e per linea femminile discende da Clodoveo…”

 

Christian Settipani

Ci sono poi recenti pubblicazioni dove si può esaminare un lavoro di ricostruzione genealogica, che chi vorrà approfondire dovrà tentare di acquistare via internet, senza sperare di trovarli scritti in italiano: l’americano Brian Daniel Starr è autore di “Life of Blessed Charlemagne” che però non è ritenuto attendibile in quanto “dilettante”, scorrendo il libro in formato e-book in effetti la ricerca è concentrata soprattutto a dimostrare l’origine atlantidea delle casate importanti, seppur interessante non è in questo momento affine alla nostra ricerca. Più costruttivo sarà il confronto con le ricostruzioni del noto genealogista francese Christian Settipani, autore di vari libri sull’argomento come “Les Ancestres de Charlemagne” e “La preistoire des Capetiens 482/987”: siamo riusciti a reperire il primo, frutto di accurati studi ed espressione del punto di vista francese sulle questioni storiche. Attingeremo di sicuro su questo interessante volume per futuri approfondimenti.

 

Ricerca nata da un sospetto…

Cosa deduciamo da ciò che abbiamo trovato? Che all’estero sanno tutto, ma fanno finta di niente, e soprattutto evitano di farlo sapere a noi italiani. Tornando all’inizio del discorso, la ricerca è nata da un sospetto, accennato già due volte da La Rucola: 1) che l’imperatore romano Pupieno fosse maceratese, anche perché la sua lapide funeraria è stata trovata in contrada Popiano di Macerata; 2) che, vista l’assonanza del nome, Pupieno fosse un antenato dei Pipinidi, e quindi “nonno” dei Carolingi. Dalle sfilze di schemi da noi ricostruiti, esaminando ogni ramo, Carlomanno di Landen ha antenati Unni, Condroti, Sicambri, Cimmeri, Troiani, e tanti “Carlo” della tribù dei Menapi. Per ora non si è svelata la connessione tra i due nomi ma il risultato è emozionante, a dire poco.

 

Ecco le parentele!

Infatti nell’albero che riportiamo le parentele ci sono eccome! Intanto si evidenzia una origine romana, a partire da Pupieno che non è per niente, come scritto sui libri, “figlio di un fabbroferraio” bensì di stirpe nobile e facoltosa! Cosa più che logica, per una persona che fa una brillante carriera politica e militare fino a diventare imperatore. Poi si vedono discendenze di consoli, principi, re, imperatori che per carriera o matrimoni hanno a che fare con tutta Europa, però i continui matrimoni tra parenti, dimostrano chiaramente il non voler disperdere le proprietà immobiliari, i diritti acquisiti, e il potere economico-politico di queste famiglie: Roma è protagonista come luogo centrale di potere, ma restano evidenti continui riferimenti al proprio territorio di origine.

 

Il territorio maceratese dell’area picena

E questo territorio è la parte maceratese dell’area picena. Ciò spiega finalmente la presenza di tante e ricchissime evidenze archeologiche e architettoniche fin dall’epoca del bronzo. Per la lettura dell’albero genealogico considerare che: i nomi sono riportati in lingue diverse a seconda della nazionalità delle fonti (siti internet e testi) dove abbiamo tratto le filiazioni; le date di nascita e morte sono ovviamente approssimative; e per motivi di spazio in alcune generazioni si riportano solo i membri più significativi per questo trattato. Se c’è qualche ramo incerto, la maggior parte è comunque rispondente alle ricostruzioni dei genealogisti, e il risultato finale non cambia: Carlo Magno non è figlio di un usurpatore venuto dal nulla, ma discende da re, consoli, imperatori e, soprattutto, è marchigiano! (nel pdf la genealogia più completa di carlo magno)

genealogia carlo magno

Simonetta Borgiani

27 aprile 2018  

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