Un proverbio che perde colpi: sposa bagnata, sposa fortunata?

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Il matrimonio era stato fissato per le ore 10. Lui stava in chiesa già da mezz’ora. Fuori un caldo asfissiante. Gli invitati lo consigliavano di mettersi seduto, tanto la sposina, come da prassi, prima delle 10 e un quarto non sarebbe arrivata.

 

Il tempo passa inesorabile

Lui, nervoso, preferiva invece stare in piedi. Passavano i minuti, una eternità! Alle 10 e un quarto lui usciva dalla chiesa, sicuro che da un momento all’altro la sposina sarebbe arrivata. Ma lei non si vedeva. Le 10 e venti, le 10 e trenta, le 10 e quarantacinque, le 11… niente! I maligni: “Rassegnati, ci ha ripensato!” A quei tempi non c’era il telefonino e non si sapeva come fare per rintracciare la sposa.

 

Che sarà accaduto?

Perché tutto quel ritardo? E’ vero che lei arrivava da un paese sito a una ventina di chilometri ma, cribbio, doveva essere accaduto qualche cosa di serio per ritardare così tanto. Poi si sarebbe saputo il perché… il parrucchiere, che veniva da fuori, aveva sbagliato strada e si era presentato in ritardo; un parente, munito di auto, era andato a farsi aprire il negozio delle mercerie (era di domenica) per procurarsi il tulle per infiocchettare la macchina, e giù un altro po’ di ritardo quando la sposa era ormai pronta per partire; il passaggio a livello chiuso perché il treno stava facendo manovra (lei se ne stava tutta tranquilla, per nulla preoccupata: aveva un orologio a… carburo?).

 

Giù lacrime… giù trucco

Quando un parente le fece capire che stavano parecchio in ritardo lei cominciò a piangere. Le lacrime e il caldo torrido (non c’era l’aria condizionata) le sciolsero il trucco! Ma ecco che lei stava arrivando… eccola laggiù! Poi… volatilizzata! Si era fermata all’ultimo tornante per rifarsi il trucco. Finalmente apparsa di nuovo alla vista!

 

Di corsa verso un caldo abbraccio

Scesa dall’auto: raggiante! I raggi del sole tra un po’ avrebbero potuto farle sciogliere di nuovo il trucco, quindi via di corsa fino in cima alla scalinata, trafelata e in ansia per l’accoglienza che le avrebbe fatto lo sposo. Ci fu un caldo, caldissimo abbraccio. Alle 11 e trenta la marcia nuziale… con un’ora e mezza di ritardo. La cerimonia terminò alle 12 e trenta, praticamente all’ora (o quasi) del pranzo. Purtroppo, essendo le famiglie povere, il pranzo non c’era e al suo posto era stato organizzato un rinfresco. A quell’ora tutti avevano una fame da lupi e si dovettero accontentare di quel che c’era, tutto sommato un buon “fermastomaco”. Gli sposini furono quasi costretti a far finta di mangiare per lasciare qualcosa in più agli invitati.

 

Pure la pioggia!

All’una e mezza gli sposi uscirono all’aperto quando, ciliegina sulla torta, scoppiò un fortissimo temporale. Il fotografo, un amico della coppia, poco esperto in materia, non aveva il parasole da applicare sulla macchina fotografica per cui le foto vennero macchiate, da sembrare “sbisunte”. Sposa bagnata sposa fortunata? Quel giorno no di certo. E il futuro sarebbe stato anche peggio… dopo i confetti… dispetti e difetti!

Umberto

15 novembre 2018   

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