L’altro inno per l’Italia di Goffredo Mameli: “Suona la tromba”

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L’altro inno di Goffredo Mameli, musicato da Giuseppe Verdi, scritto in occasione delle Cinque Giornate di Milano che fu in predicato per diventare l’inno nazionale italiano.

Suona la tromba

Suona la tromba, ondeggiano / le insegne giallo e nere;
fuoco, per Dio, sui barbari, / sulle vendute schiere.
Già ferve la battaglia, / al Dio dei forti osanna,
la baionetta in canna, / è l’ora del pugnar.

Né deporrem la spada / finché sia schiavo un angolo
dell’Itala contrada, / finché non sia l’Italia
una dall’Alpi al mar.
Di guerra i canti echeggino / l’Italia è alfin risorta.
Se mille forti moiono, / in orrida ritorta,
se a mille a mille cadono / trafitti i suoi campioni,
siam ventisei milioni / e tutti lo giurar;

Né deporrem la spada / finché sia schiavo un angolo
dell’Itala contrada, / finché non sia l’Italia
una dall’Alpi al mar.
Viva l’Italia, or vendica / la gloria sua primiera,
segno ai redenti popoli / la tricolor bandiera,
che nata fra i patiboli / terribile discende
fra le guerresche tende / dei prodi che giurar:
Né deporrem la spada / finché sia schiavo un angolo
dell’Itala contrada, / finché non sia l’Italia
una dall’Alpi al mar.
Sarà l’Italia e tremino / gli ignavi e gli oppressori…
Suona la tromba e fervono / d’ardore i nostri cuori.
Dio pugnerà col popolo… / curvate il capo, o genti,
la speme dei redenti / la nuova Roma appar.
Né deporrem la spada / finché sia schiavo un angolo
dell’Itala contrada, / finché non sia l’Italia
una dall’Alpi al mar.
Noi lo giuram pei martiri / uccisi dai tiranni,
pei sacrosanti palpiti / compressi in cor tant’anni.
E questo suol che sanguina / il sangue degli eroi
al cielo, ai figli tuoi / sia sì solenne altar.
Né deporrem la spada / finché sia schiavo un angolo
dell’Itala contrada, / finché non sia l’Italia
una dall’Alpi al mar.

17 marzo 2020

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