Raffaele Tumino illustra il “ritorno al territorio” del progetto di Potere al Popolo

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Afferma Raffaele Tumino, candidato consigliere per Potere al popolo: “Il «ritorno al territorio» che caratterizza il nostro programma politico parte dal comune convincimento che una economia che risponda ai bisogni essenziali delle persone deve partire da condizioni, esperienze e pratiche attinenti la vita quotidiana, dai caratteri che definiscono il «patrimonio territoriale», con effetti positivi importanti che riguardano anche le scale superiori, fino a quella globale.

Questo progetto si traduce in pratica:

  1. Con una nuova “civilizzazione del cibo” attraverso una agricoltura territoriale con la valorizzazione di coltivazioni locali, con la produzione di servizi eco-sistemici fondati sulla complessità e unicità dei prodotti locali che assumono notevole importanza “generativa”. Opponendoci radicalmente ai devastanti processi di de-territorializzazione operati dall’agroindustria, possiamo riscoprire nei profondi giacimenti patrimoniali dei luoghi i percorsi di “retro-innovazione” che, a partire dal cibo, contribuiscono a ridefinire e ricostruire sistemi produttivi, culturali, artistici, comunicativi complessi e integrati a livello locale.
  2. a) Rivitalizzare le aree agricole periurbane con la neo-ruralità e la conversione ecologica di imprese tradizionali rivolte a nutrire la città promuovendo orti urbani e periurbani.
  3. b) Coinvolgere l’Istituto Agrario Professionale e le Associazioni del settore per la valorizzazione di nuove tecnologie agrarie, rispettose dell’ambiente, e l’individuazione dei prodotti agroalimentari.
  4. c) Introdurre nelle mense scolastiche, soprattutto in queste, i prodotti tipici locali e bandire dall’alimentazione ogni qualsiasi prodotto delle multinazionali agro-alimentari (come insegna l’esperienza dell’Istituto scolastico comprensivo del Cilento “Teodoro Gaza” diretto da Maria De Biase).
  5. d) Valorizzare adeguatamente le esperienze delle “sagre” inserendole in un calendario, promuovendo la loro diffusione e affidando l’organizzazione ai produttori e ai fruitori.
  6. e) Riattivare terre incolte con il ripopolamento rurale e la cura del territorio.
  7. Una nuova civilizzazione produttiva: la gestione sociale, solidale, relazionale del sistema produttivo per il benessere degli abitanti richiede un’economia eticamente orientata e gestita, fondata su sperimentazioni concrete di modelli economici alternativi al semplice mercato capitalistico. Il pluralismo economico, come base della sicurezza sociale, si realizza:
  8. a) Con la creazione di “clusters” artigianali in cui “oggetti” (prodotti) e “soggetti” (fruitori) si incontrano e questo può avvenire con una nuova mobilità urbana, con il riuso di edifici urbani o spazi rurali dismessi per attività produttive, artistiche, sociali, culturali autogestite.
  9. b) Mettere a conoscenza degli artigiani e delle PMI, attraverso l’istituzione di un nuovo Assessorato alle Politiche Produttive, tutte le opportunità di finanziamento legate ai Fondi Strutturali Europei 2021-2027.

3) Una nuova civilizzazione dell’ospitalità attraverso il nomadismo culturale. Dobbiamo rendere più durevoli le iniziative culturali che consentono la permanenza trovandosi “a casa”. Alle importanti rassegne come la lirica allo Sferisterio, Musicultura, basterebbe aggiungere (nel costo del biglietto della serata) la visita nei Musei e nelle Biblioteche della Città. Durevoli potranno essere le iniziative se trasformassimo le “performance” in veri e propri laboratori culturali e artistici nei luoghi “espropriati” all’incuria e all’abbandono con appuntamenti regolari. Vanno valorizzate le esperienze del ‘Minimo Teatro’ di Sforzacosta e delle arti performative da parte di giovani, gruppi e associazioni”.

Raffaele Tumino, docente Unimc di Antropologia pedagogica e filosofia dell’educazione, candidato consigliere comunale per Potere al Popolo

9 settembre 2020

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