Mostra personale al “Convivium Maranense” dell’artista Giorgio Ciommei

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Introdotta da una presentazione di Marilena Pasquali, sul finire della scorsa stagione estiva si è realizzata presso il “Convivium Maranense”, nell’antico borgo di Cupramarittima Alta una bella personale di Giorgio Ciommei per volontà del Comune e su richiesta di un ex allievo appassionato della sua arte.

Una comparsa graditissima, questa di Ciommei, presente di persona alla inaugurazione, attesa da tanti suoi amici ed estimatori (che soddisfazione sarebbe rivedere presto le sue opere anche nella sua Tolentino!) che dà respiro a una memoria non sopita e ben rappresentativa della migliore arte marchigiana e non solo.

C’è un filo conduttore nella lunga e complessa ricerca di Giorgio Ciommei, rappresentato soprattutto dal suo amore incondizionato per la pittura, per i valori costitutivi di essa, dalla attrattiva avvincente e misteriosa del mescolare i colori, dal ricercare, attraverso le loro possibili combinazioni, gli infiniti giochi di “trasparenze” e “verità” altrimenti insondabili.

Densa e luminosa, crepuscolare e vivida, dolce o provocatoria in rapporto alle immagini che la ispirano, sempre bilanciata tra ironia e sentimento, la pittura di Ciommei dimostra essere ben piantata e cresciuta su questa originaria passione mantenendo inalterato nel tempo il suo valore e la sua autenticità emotiva.

Dopo una stagione che si potrebbe definire di “vedutismo lirico” in cui dominava il paesaggio e la figura espressa attraverso la ritrattistica, o per meglio dire, contemporaneamente a essa, Ciommei ha svolto una sperimentazione in cui s’intersecano motivazioni sia linguistiche che tematiche, che egli ha fatto crescere quasi gelosamente in sé.

Nell’impianto disegnativo la fedeltà alla figura resta un “principio fondante”, ma il realismo concede progressivamente spazio a un espressionismo intrigante, a volte violento e provocatorio, che innesca un “racconto” in cui s’intravedono, sempre più evidenti, motivazioni di denunzia e di critica sociale e morale.

Una figurazione in cui Ciommei smonta e ricompone situazioni e personaggi  come fossero in scena a un teatrino ove si rappresenti una commedia comica e drammatica al tempo stesso. Vizi e virtù, più vizi che virtù, luci e ombre: una visione graffiante e ironica, la stessa più volte proposta attraverso le xilografie che Ciommei realizzò come logo per varie rassegne della Biennale dell’Umorismo.

Una visione affine al suo carattere, alla sua forte personalità di artista, all’ansia insoddisfatta del suo animo sempre utopisticamente volto a un Eden di giustizia e di lealtà.

Lucio Del Gobbo

21 dicembre 2020

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