Conoscere e apprezzare il nostro territorio: un giro turistico intorno al lago di Fiastra

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Per la zona di Fiastra il terremoto è stata una esperienza terribile che ha lasciato i suoi segni sia sulle persone che sulle cose e i ritardi e le incertezze, con cui si sta intervenendo sulla ricostruzione non aiutano a ripopolare un territorio che, nei secoli, è stato sempre di grande vivacità politica, culturale e religiosa. Vi raccontiamo alcune testimonianze attraverso luoghi di culto ricchi di opere d’arte.

Chiesa di San Lorenzo al Lago (XI sec.)

La chiesa di San Lorenzo al Lago, con ogni probabilità, è stata sede di un cenobio Benedettino. Alcuni asseriscono che sia stata eretta su vestigia di un tempio pre-romano. Dell’architettura originale oggi conserva solo la navata centrale e quella destra; in corrispondenza della navata di sinistra è stata edificata un’altra chiesa. L’intera navata centrale, a eccezione dell’abside e del catino absidale (coperti dall’altare) sono riccamente affrescati da ignota o, addirittura, ignote mani del XII secolo. È senza dubbio il ciclo di affreschi più antico di tutte le marche. Tra le immagini meglio conservate dell’intero arredo murario spiccano un Cristo “deposto” e una triplice figura del Cristo che accoglie in grembo i fedeli (probabile simbolo delle tre chiese: militante, purgante e trionfante). Sulla fascia che limita superiormente detta triplice figura appaiono, come spettatori affacciati su un balcone, figure di notabili e vescovi mitriati, su quella inferiore delle figure animali. È curioso osservare che il triplice Cristo nasconde all’osservatore – contrariamente a ogni altra figura del Redentore che delle stesse fa vanto, come simbolo di passione e resurrezione – le proprie mani. Tale fatto è abbastanza strano e mi ha portato, ma è solo una mia ipotesi, a credere che l’ignoto artista abbia potuto avere contatti o aver subito l’influenza di qualche deviazione eretica (focolai di eresia catara in quell’epoca erano presenti nella non lontana Spoleto) che negava la morte del Cristo sulla croce, la natura umana dello stesso e rifiutava i segni della passione come segni di un supplizio mai avvenuto. Se così fosse, l’aver omesso di utilizzare alcuni segni identificatori del Salvatore vero Uomo e vero Dio, tipici della Ortodossia Romana, altro non sarebbe che un manifestare, in maniera simbolica (e in barba al committente), il proprio credo eterodosso. A prescindere dalle mie bizzarre teorie, il visitatore non mancherà certo di accorgersi che, per un lungo periodo, le opere di cui ho discorso poco sopra sono state coperte da una serie di affreschi quattrocenteschi, ora strappati e posizionati sulla piccola navata di destra, tra i quali compaiono San Venanzio di Camerino, San Lorenzo, San Rocco, San Sebastiano e una Vergine in trono. Ulteriore curiosità da osservare, all’interno della chiesa di San Lorenzo, è che l’intero specchio dell’altare, in corrispondenza della parte posteriore, per cui invisibile agli occhi dei fedeli, è coperto da una enorme tela, credo sei/settecentesca, raffigurante una Santa martire identificabile, grazie all’attributo del proprio martirio, la ruota dentata, in Santa Caterina d’Alessandria. Anche la seconda chiesa di San Lorenzo è tutta da scoprire. Nella stessa, infatti, malgrado la minor suggestione della struttura, insiste una notevole collezione di opere.

Madonna del Sasso Bianco (XV sec.)

Madonna del Sasso Bianco

Altro punto di interesse nella frazione di San Lorenzo è la chiesetta della Madonna del Sasso Bianco. Di per sé l’architettura della stessa non è affascinante, anzi. L’interno, però, con copertura retta da capriate, regala al visitatore un suggestivo altare in pietre. La parte superiore dello stesso, tripartita, porta tre affreschi quattro/cinquecenteschi: San Lorenzo che regge una graticola (l’attributo del suo martirio), la vergine col bambino e San Venanzio, patrono di Camerino che regge su di un piatto la sua città. Vuole una leggenda che questa chiesetta sia stata eretta successivamente all’altare, edificato sul luogo in cui un viandante fu sorpreso da una bufera di neve mentre si dirigeva a Sarnano. Dalla chiesa della Madonna del Sasso Bianco, si può raggiungere, dopo una bella camminata, la valle del Riobagno dalla quale si gode una delle più suggestive prospettive del lago di Fiastra.

La chiesa di Podalla

Santa Croce a Podalla

Anche la chiesa di Podalla, come la Chiesa di San Lorenzo di cui ho trattato poco sopra, quella del Beato Ugolino di cui tratterò sotto e quella di San Salvatore a Monastero, mantiene solo due delle tre navate originarie. Degli affreschi che coprono interamente le pareti della navata centrale, purtroppo, si possono scorgere solo alcune tracce, nei punti in cui gli intonaci di epoche successive si sono scrostati. Gli altari laterali della piccola navata di sinistra, coperta da volte a crociera e divisa da quella centrale da due archi a tutto sesto, sono veri scrigni preziosi ma ciò che colpisce veramente è una notevole tela (recentemente restaurata, in occasione del DCC anniversario della Basilica di Loreto) posta al centro dell’altare ligneo, raffigurante una insolita immagine della Virgo Lauretana incoronata dal triregno papale, attorniata da San Venanzio, Sant’Antonio Abate, San Nicola da Tolentino e Santa Lucia. In cornu epistulae è attualmente conservata una lunetta raffigurante la Vergine con Bambino attorniata dai Santi Pietro e Paolo e proveniente dalla vicina chiesa di santa Maria di Riobagno. In questa chiesa il giorno 6 febbraio del 1944 venne benedetta dal cappellano militare la bandiera del gruppo partigiano Bande Nicolò che sventolò sul monumento ai Caduti di Macerata il giorno della liberazione.

Chiesa del Beato Ugolino

Chiesa Beato Ugolino

Purtroppo non esistono fonti storiche certe sulla vita del Beato Ugolino Magalotti. Egli nacque a Fiegni intorno al 1320, figlio del conte Magalotto IV e della contessa Lucia che morì durante il parto. La leggenda vuole che avesse conosciuto una ragazza di buona famiglia, Clara de’ Reguardati, vissana, e che se ne fosse innamorato follemente. La fanciulla, però, dell’amore del giovane Ugolino non ne voleva sapere. Aveva, infatti deciso di abbracciare la vita monastica. Ugolino fu profondamente scosso da tale rifiuto e si ritirò in meditazione presso il santuario di Macereto, dove, tuttora, nel plinto di sinistra del portale principale, é scolpito in bassorilievo un monaco che con la sinistra regge un libro, con la destra il cuore (iconografia tradizionale del Beato Ugolino). Ugolino, dopo quel periodo di riflessione decise di ritirarsi in eremitaggio e scelse, quale luogo per la meditazione, una piccola grotta ubicata in Val di Nicola. Considerata la vicinanza con la Grotta dei Frati, probabilmente Ugolino ebbe contatto con i Fraticelli Clareni. Dopo la morte il corpo venne trasferito nel vicino castello di Fiegni, presso la chiesa di San Giovanni Battista, che sarà poi intitolata al Beato Ugolino. L’attuale chiesa è il residuo di un antico monastero benedettino dedicato a San Giovanni. Nel ‘300 la chiesa venne abbandonata e fu assoggettata alla chiesa plebale di San Flaviano, eretta successivamente a poca distanza. Il titolo di San Ugolino viene assunto dopo che, nel 1373, vi fu deposto il corpo del Beato, facendo divenire la chiesa un luogo di culto per gli abitanti di Fiegni. Nonostante i diversi restauri, la struttura esterna del santuario evidenzia gran parte degli elementi architettonici dell’originaria chiesa romanica, compreso un bel portale originale in pietra bianca sormontato da un piccolo rosone e la torre campanaria. L’interno è a due navate: quella principale, con copertura a capriate, è chiusa dall’abside mentre quella di sinistra, ha un tetto spiovente. Entrambe le navate sono divise da due archi, poggianti su un pilastro centrale. La parete della navata laterale presenta tre nicchie affrescate; nella prima un fresco del 1598 raffigurante San Benedetto nell’atto di ricevere il Rosario dalla Vergine; lungo il bordo della figura principale si sviluppano 15 formelle con i Misteri del Rosario. L’affresco della seconda nicchia rappresenta il martirio di San Sebastiano (uno dei due presenti nella chiesa). Nella terza nicchia, la figura del Battista, su un cartiglio portante la dizione vita et mors s. io. baptista, è contornata da scene della vita dello stesso. Il pilastro tra le due navate reca, sul lato corrispondente alla navata laterale, una immagine di Sant’Antonio Abate, del 1511 (probabilmente un ex voto di tale Paolo Arcangeli) e sul lato rivolto verso l’entrata un altro affresco, rappresentante un martirio di San Sebastiano, fatto realizzare “pro voto”, nel 1561 da tali Giuliano e Ugolino Benedetti di Fiegni. In fondo alla navata laterale, in una cappellina, riposano spoglie mortali del beato. Nel catino absidale e nell’abside troviamo l’incoronazione della Vergine e le figure di alcuni santi, tra i quali, San Paolo, un probabile San Girolamo, Santa Vittoria e le mirabili Santa Apollonia e Santa Lucia trafitta. Nella navata centrale sono, altresì, presenti, oltre a un San Venanzio cinquecentesco, portante l’invocazione S. Venati ora pro nobis e a un San Carlo Borromeo, anche altre immagini che il tempo e la incuria hanno reso, ormai, illeggibili.

Francesco Bernabucci – Immagini per gentile concessione di Alberto Monti

Sempre grazie a Francesco Bernabucci abbiamo pubblicato un bell’articolo sul Castello Magalotti che domina il lago di Fiastra che potete leggere nel seguente link: https://www.larucola.org/2018/11/21/vi-invitiamo-a-un-tour-turistico-nella-valle-del-fiastrone

Chiesa Beato Ugolino catino absidale

10 aprile 2021

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