“Graffiti runici”, versi del poeta maceratese Matteo Ricucci tratti da “Blu Tango”.

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Nell’ombra che ristagna / tra le tornite colonne / dell’antico campanile / graffiti runici / a futura memoria / tracciarono / viandanti stanchi / da remote regioni / piovuti / per impetrare / al giusto Arcangelo / il perdono dei peccati. / Le pietre sono ancora / le stesse, / mute ancelle della storia / che sola conosce / ragioni e mete / del suo inquieto / migrare / mentre l’umano fiume / ignaro scorre / per gli aspri sentieri / del Tempo / alla ricerca d’un porto / di pace. / Ma la pace senz’amore / è un fiore / che non profuma. / L’amore senza pace / è un’arpa / che non suona. / L’uomo senz’amore / è una conchiglia / in cui più non canta / il sussurro del mare. / L’uomo senza pace / è un’erba che rotola / al vento delle passioni. / Signore, / tu che tutto vedi / e tutto puoi / fa ch’essa non sia / soltanto / il vuoto simbolo / della colomba / coronata d’ulivo / che sembra aver eletto / a proprio nido / quell’isola evanescente / chiamata Utopia.

Matteo Ricucci

22 agosto 2022

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