Un ricordo maceratese di Bruno Tano artista con una profonda fede nel Futurismo

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Il 23 luglio sono trascorsi 80 anni dalla morte di Bruno Tano (Padova 25.2.1913 – Macerata 23.7.1942), uno dei protagonisti del Gruppo futurista maceratese “Umberto Boccioni”. Personaggio carismatico all’interno del sodalizio che dopo la sua morte assunse pure il suo nome: “Boccioni – Tano”. Si dicono cose straordinarie di quanta fosse l’ammirazione e la stima di F. T. Marinetti a suo riguardo.

Bruno Tano – dis. A. Bellabarba 1932

Qui abbiamo un documento che oltre a spiegare il personaggio sotto un profilo artistico e psicologico, attesta la sua profonda fede nell’arte. A proposito di una mostra del Gruppo tenutasi a Macerata negli anni ‘40 egli annota (impressionano l’umiltà e la modestia con cui si rivolge al pubblico maceratese): “La mostra odierna non rappresenta né un punto di partenza né un punto di arrivo; semplicemente vuol mostrare a un certo pubblico, quel pubblico che da alcuni anni ci segue con interesse, la migliore produzione che ciascun elemento del Gruppo ha creato in un periodo di alcuni mesi. Ecco perché non avendo un carattere specifico la Mostra riu­nisce accanto al quadro e alla scultura, il bianco nero, la decorazione murale, la fotografia e la scenografia. Di noi espositori, quasi tutti abbiamo dei difetti in comune: cru­dezza, superficialità, decorativismi; ma le qualità sono diverse giacché in ogni opera c’è un qualcosa che la differenzia dalle altre. Quel qualche cosa che potrebbe essere la nostra personalità. Saper accentuare quella piccola vibrazione di vera arte e giungere a espanderla in modo che investa tutta la superficie dell’opera è la nostra aspirazione… Come sempre avviene non tutti riusciremo ad affermarci; ma cer­tamente ce ne sarà uno fra noi che avendo più qualità e più coraggio arriverà a dire una parola nuova e matura nel campo dell’arte. Gli altri non avranno perduto il loro tempo; si saranno formati una mentalità moderna veramente tanto necessaria e tanto rara. Questa nostra sincerità non deve far pensare a modestia, vocabolo da noi sconosciuto, poiché sappiamo benissimo quanto i nostri sforzi valgano più delle opere che vanno per la maggiore e che non sono che rifacimenti da museo o pezzi di realtà fotografica per il basso gusto del pubblico”.

Sebbene molto malato e inchiodato a un letto dell’ospedale di Macerata, Tano lavorava ancora e creava opere d’arte, come provano le sue partecipazioni a numerose mostre, sino a un mese prima della scomparsa. Alcuni mesi più tardi, in risposta a una lettera di augurio e incoraggiamento di Benedetta, sorella di Marinetti, si rivolse a lei con queste parole che potrebbero suonare come suo testamento: “Gentile Signora, ho ricevuto per mezzo di amici gli auguri Vostri e di Marinetti. Vi ringrazio. Le mie condizioni le conoscete: non ho più che un corpo irrigidito sensibile solo al dolore. Mani e spirito due cose ancora che posseggo pienamente vive. Due cose che lavorano e lavoreranno per il futurismo. Dall’Ospedale prima o dopo sarò trasferito al ricovero di mendicità. A ventotto anni non è troppo incoraggiante, ma se questo incrudelisce il mio destino non intacca minimamente il mio spirito. E chi mi conosce e chi mi vive vicino sa che non esagero affatto affermando questo. Il futurista collaudato dal dolore è il più sicuro e il più forte. E il mio male provocato da fame e freddo sofferti per raggiungere un ideale non può che rendermi orgoglioso. Non nascondo che qualche volta mi sento solo e inutile tra gente che non può capirmi… a Voi i miei ringraziamenti e auguri. Tano”.

Il 23 Luglio 1942, due mesi dopo appena l’ultima mostra, Bruno Tano moriva. Il documento, che si intitola “Appunti sul Movimento Futurista a Macerata”, da cui abbiamo tratto questi scritti, ci perviene grazie alla solerzia di Goffredo Binni che possiamo considerare con gratitudine, essere stato il primo biografo del Gruppo nel periodo di attività dello stesso. Documenti preziosi dei quali ci piace rendere conto.

Lucio Del Gobbo

16 settembre 2022

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