Urbano Riganelli: scultore, scrittore, poeta dialettale, corista nonché carissimo amico

È un’era che sta finendo quella dei poeti dialettali e anche Urbano Riganelli ci ha lasciato. Ci siamo conosciuti tanti anni fa durante un’esposizione di sculture, le sue sculture. Già, perché Urbano era uno scultore vero, di quelli che tolgono materiale a una massa informe per ricavarne una figura che va oltre la tridimensionalità per mostrare ai nostri occhi, e alle nostre anime, quel contenuto impalpabile, non visibile a tutti, che racconta di solidarietà, di religione, di famiglia, di amore per gli altri, per la natura.

Il legno, con le sue venature, con la sua forma primitiva, gli dava l’ispirazione e Urbano ci riversava dentro tutta la sua umanità. Come non ricordare il capo chino, due braccia avvolgenti un neonato, tutto appena abbozzato, una massa quasi informe dalla quale scaturiva con forte tenerezza e senso di protezione l’amore di una mamma per il proprio figlio.

Era sì un artigiano del legno ma anche un artista capace d’indicare ciò che la nostra società, così tesa a materialismo, individualismo, lasciava abbandonato in un angolo della propria coscienza e della realtà: la maternità; ossia generare sempre meno figli perché sono di ostacolo al divertente vivere quotidiano. Una forma di egoismo totale, capace di annientare l’essenza della vita stessa.

Urbano Riganelli agli Antichi Forni

Urbano, matelicese di nascita, amava quella che era divenuta la sua Macerata, e questo affetto lo aveva dimostrato nella certosina raffigurazione dello Sferisterio. Amava anche scrivere sia in lingua che in dialetto, racconti e poesie, il tutto pervaso da una simpatica verve umoristica. Ha fatto parte del gruppo “Gli amici del dialetto” e finché la salute lo ha assistito ha partecipato al tradizionale incontro annuale “Poeti dialettali maceratesi” che avviene per la festa del patrono San Giuliano.

Sferisterio di Urbano Riganelli

È da sempre ospite fisso, con racconti e poesie, nelle pagine de “La rucola”. Disponeva anche di senso musicale, il che lo ha portato a cantare nel “Coro Sibilla”, i cui componenti hanno partecipato al suo funerale cantando per lui stringendosi a semicerchio, come in un abbraccio, intorno alla sua bara. Ci raccontava di quando, dovendo fare il verso del gallo nel coro, si esercitava tenendo sveglio tutto il vicinato! Ci mancherai, caro amico.

Per comprendere meglio chi sia stato Urbano Riganelli alleghiamo i link di due video realizzati in occasione di sue due esposizioni a Villa Baruchello e al Castello della Rancia.

https://www.larucola.org/2014/07/01/urbano-riganelli-a-villa-baruchello/

https://www.larucola.org/2016/06/23/le-sculture-di-urbano-riganelli-al-castello-della-rancia/

Fernando Pallocchini

Urbano Riganelli

27 febbraio 2025

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