Personaggi e luoghi narrati da uno scultore maceratese, l’artista Egidio Del Bianco

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Una bella occasione di sentir trattare di cose d’arte direttamente dall’esperienza personale di un artista (finalmente! Cosa ormai rara!) ci viene offerta da uno scultore a noi vicino: Egidio Del Bianco.

Messi da parte per qualche tempo matita o scalpello, egli decide di armeggiare con carta e penna, scartabellando, appunto, attraverso il tempo e la memoria su “Incontri d’arte – con artisti persone e luoghi” (è il titolo di un libro da lui pubblicato per i tipi di FreeBookel) che lo hanno coinvolto negli anni. Ne tratta come in un diario personale, da intellettuale fedele a quella che è stata ed è la sua passione da sempre: l’arte. In appena cento pagine compone una serie di figure, incontri, luoghi, amicizie con stile di perfetto narratore e in qualche caso anche timidamente da poeta.

Del Bianco con Peschi a Parigi 1985

Cosa e chi sceglie Del Bianco nella sua narrazione? Innanzitutto i tanti amici artisti/maestri da lui incontrati, evidenziando in ciascuno qualche prezioso insegnamento risultato utile anche nel proprio lavoro creativo. Poi luoghi e le circostanze ove ha potuto conoscere e apprendere i diversi modi del fare arte, descrivendo tradizioni e storie che gli hanno confermato ciò che il suo maestro Umberto Peschi ha sempre sostenuto e difeso, e cioè che l’arte si fa con la testa, con la fantasia, con la ricchezza d’animo e con il pensiero, ma principalmente con un esercizio di progressivo affinamento artigianale che è alla base di ogni riconoscibile realizzazione: “Le opere si fanno anche abituando la mano a un esercizio capace di esprimere appieno la personalità e la storia di ogni singolo artista!”

Del Bianco con Bompadre e Tulli 1998

È indubitabile che l’arte non possa nascere senza una origine di mestiere. A tal proposito il Nostro dedica alcuni capitoli del suo libro alla Versilia e in particolare a Pietrasanta e Carrara, luoghi dove quasi ogni anno in estate si reca a rinfocolare la sua passione per l’arte scultorea. Zone di duro lavoro che contrastano “brutalmente” con gli ozi e un vivere agiato in inaccessibili ville a Forte dei Marmi. Luoghi di duro lavoro, quelli che egli descrive, dove fedeltà e modestia sono la regola. Da secoli scalpellini e fonditori vi operano a fianco dei maggiori artisti assecondandone con rara sensibilità le peculiarità delle opere. In quelle zone hanno operato artisti come Michelangelo e Bernini, irripetibili progenitori, e infine i più grandi scultori del 900, da Martini a Manzù, da Pistoletto a Cascella, col desiderio di eternare le loro fantasie nei marmi bianchi delle Apuane.

Del Bianco con Ciulla a Pietrasanta 2018

Tra le frequentazioni di Del Bianco, oltre quelle di Peschi e dei maggiori artisti marchigiani, come Monachesi, Tulli, Trubbiani, Craia, vengono fuori nomi “internazionali” di artisti con cui Del Bianco ha avuto occasione di collaborare organizzando mostre che tutti gli appassionati ricordano nel nostro centro cittadino: Sguanci, Tilson, Mitoraj, Theimer e altri del medesimo calibro. In questo libro, che gli appassionati d’arte nostrani dovrebbero leggere, Del Bianco sembra tacitamente affermare e ricordare, a pubblico e amministratori, che l’arte e gli artisti – anche quelli viventi – costituiscono una risorsa preziosa della nostra tradizione culturale assolutamente da non dimenticare e, anzi, da incoraggiare con appassionato e generoso patrocinio.

Lucio Del Gobbo

25 settembre 2023

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