1905, arriva a Macerata un’auto “da fuori” con bella signora: quante chiacchiere…

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Arriva un’auto a Piazza Garibaldi, all’ingresso della Esposizione Regionale: “D’un tratto percuote l’orecchio il teuff, teuff, e risuona la tromba reboante nel piazzale. La folla s’apre l’agile macchina scivola sulle gomme silenziose fino all’ingresso della facciata e s’arresta; subito la folla separata, s’agita, lo spazio lasciato dal veicolo si riempie rapidamente, e l’automobile è stretto da un semicerchio di persone che si accalcano curiose. Non posso osservare la scena senza figurarmi l’impressione che deve causare a chi, abituato alle strade e alla gente apatica delle grandi città, si vede d’un tratto circondare da una folla curiosa che osserva l’automobile, il vestito bizzarro, il berrettone, gli occhiali enormi e commenta a voce alta. Se poi egli conduce seco una signora, e se questa signora non è della classe più severa, né della meno graziosa, si vede subito fatto segno all’attenzione universale, e può cogliere sulle labbra di qualche popolana abbagliata dalle vesti, e dall’eleganza della signora, questa frase pronunziata con intonazione strana, nella quale  vibrano, una nota d’invidia e un senso di stupore ammirativo, che tentano invano di risolversi in un tono di disprezzo: “Già; basta essere di quelle…”.

Tratto da “Frammenti di storia maceratese n° 8” a cura di Romano Ruffini

30 ottobre 2023

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