Un “miracolo” dalla moderna tecnologia: il volto di Santa Camilla Battista Varano

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C’è a Camerino il monastero che accoglie la comunità delle Sorelle Povere di Santa Chiara, che è stato fortemente danneggiato dagli eventi sismici. Oggi le monache clarisse sono ospitate in una nuova struttura di legno che non è solamente un luogo di preghiera ma anche un’accogliente dimora per i pellegrini che arrivano numerosi, essendo questo una tappa sulla Via Lauretana.

Da ogni parte del mondo giungono qui  turisti e fedeli per incontrare e attingere forza da Santa Camilla Battista Varano. La Santa camerte è stata canonizzata nel 2010, dopo più di 50 anni dall’ultima canonizzazione avvenuta nelle Marche con Santa Maria Goretti, è una principessa, una grande mistica del XVI secolo, umanista e letterata conosciuta in tutto il mondo e le cui opere sono attualmente tradotte nelle principali lingue, è un faro del francescanesimo e un punto di riferimento della Chiesa. Il suo corpo è da sempre custodito nel monastero delle Sorelle Povere di Santa Chiara in Camerino.

Camerino – nuovo monastero di Santa Chiara (Foto di Laura Badaracchi)

Tra gl’innumerevoli danni causati dai terremoti c’è anche quello arrecato al simulacro dove sono custodite le preziose reliquie della Santa e gravi infiltrazioni di microrganismi ne hanno messo a repentaglio l’integrità. Le monache si sono trovate in difficoltà e hanno chiesto aiuto alla Fondazione Carima che ha subito risposto positivamente. Il progetto in cui è stata coinvolta l’Università di Camerino ha presentato un insieme di complessità superate con l’utilizzo di moderne tecnologie.

Si è resa necessaria la verifica dello stato di conservazione delle reliquie, considerando che sono trascorsi più di 60 anni dall’ultima ricognizione  avvenuta nel lontano 1959. Ma la sfida più grande e più affascinante, allettante e avvincente, è stata quella di poter riscoprire dopo oltre 500 anni il vero volto di Santa Camilla Battista! L’anatomia forense, supportata dagli studi di antropologi e anatomopatologi, è stata in grado di ricostruire con una precisione massima, a partire dalle ossa craniche, i lineamenti di una donna che, come lei, è vissuta cinque secoli fa.

Il progetto

Dopo l’analisi dello stato di conservazione si sono effettuati gli esami macroscopico e microscopico, per verificare l’azione di insetti xilovori, funghi e batteri. Si è fatta la pulizia, la disinfestazione e la disinfezione per stabilizzare i reperti e garantirne l’integrità biologica. Le fasi del lavoro sono state documentate fotograficamente.  Poi è stato condotto uno studio antropologico e paleopatologico per ricostruire il profilo biologico, determinare lo stile di vita, e la presenza di patologie, anche con l’uso di radiografie. È stata effettuata anche l’analisi paleonutrizionale, mediante spettroscopia ad assorbimento atomico, per ottenere informazioni sulle abitudini alimentari degli ultimi anni di vita della Santa.

Per la ricostruzione del volto, con la tomografia assiale computerizzata è stato generato un modello digitale tridimensionale del cranio e, successivamente, la sua stampa in 3D con apposita plastica. Il modello così generato è stato utilizzato come calco di partenza per la ricostruzione del volto in plastilina per poi realizzarne una copia in silicone completa di capelli e protesi oculari. Il risultato finale è stato a dir poco stupefacente: sembra che Santa Camilla Battista sia addormentata e presenta una compostezza e una serenità del volto assolutamente straordinarie. Gli esami del progetto, finanziati anch’essi dalla Fondazione Carima, sono stati effettuati dalle professoresse Isolina Marota e Stefania Luciani della Università di Camerino.

9 novembre 2023  

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