Domenico Vecchioni, Ambasciatore d’Italia, e gli enigmi della storia risolti e non

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L’Ambasciatore d’Italia Domenico Vecchioni è autore del libro: “I misteri della storia. Tanti enigmi risolti e irrisolti” edito da Rusconi Libri e disponibile già da settembre. Scrittore, storico e saggista ha collaborato con riviste di politica internazionale e d’intelligence, ha pubblicato oltre trenta volumi, molti di storia dello spionaggio. In ultimo non potevo lasciarmi sfuggire un paio di interrogativi di geopolitica.

Domenico Vecchioni

Cosa l’ha ispirata a scrivere questo nuovo libro? – È molto semplice. È stato l’editore a chiedermi di “rivisitare” i misteri più intriganti e singolari della Storia, con particolare focus sugli enigmi che sono stati risolti grazie agli sviluppi dell’investigazione scientifica e medica. Ho accettato volentieri la proposta che era per così dire nelle mie corde, sia per l’argomento, sia per il formato del libro. Da una parte, infatti, l’argomento ben si inserisce nella linea di divulgazione storica che ho sempre seguito. Una divulgazione centrata su personaggi che hanno operato fuori dai sentieri battuti, nel bene e nel male. Dopo avere trattato dei dittatori più strambi, delle spie più efficaci, dei traditori “storici”, dei personaggi più illustri del XX secolo, dei grandi truffatori, mi è sembrato che la storia degli enigmi risolti e irrisolti potesse ben continuare la serie…. Dall’altra, il formato delle short stories è quello che preferisco, sia come autore sia come lettore. Consente una lettura rapida, gradevole e accattivante e utilizza al meglio il poco tempo che (ahimè) dedichiamo alla lettura cartacea, distratti come siamo da tv, Netflix, tablet, computer, smartphone e altre diavolerie del genere.

Ricordo molti studiosi che si sono avventurati a chiarire alcuni enigmi del passato più o meno remoto. In questo panorama editoriale il suo libro come si colloca? – Il libro comprende 18 enigmi risolti e 4 non risolti. Tra i primi il lettore potrà soddisfare la propria curiosità scoprendo la vera identità della Maschera di Ferro o di Jack lo Squartatore, saprà come siano state demolite le leggende della maledizione di Tutankhamon e di Loch Ness, come siano realmente morti Rasputin e Marylin Monroe o chi fosse effettivamente Salah al-Din (il “feroce” Saladino). Tra gli enigmi rimasti irrisolti: Mayerling (complotto di Stato o tragica love story?); la inspiegabile morte di Ludwig II di Baviera (suicidio o omicidio?); o Kaspar Hauser, l’orfano dell’Europa, la cui lapide mortuaria recita: “Qui riposa Kaspar Hauser, enigma del suo tempo, ignota la sua origine, misteriosa la sua morte”.

A cosa è dovuta la debacle del “sistema” occidentale in Afghanistan? – Il ritiro (o la fuga secondo alcuni) degli USA dall’Afghanistan testimonia chiaramente la rinuncia di Washington a essere il principale punto di riferimento per la difesa della democrazia e dei diritti umani nel mondo (o, per i suoi critici, a essere il “gendarme del mondo”), preferendo concentrarsi sulle questioni geo-strategiche dell’Indopacifico, dove la Cina si va affermando come potenza leader a livello mondiale. In ciò peraltro contraddicendosi platealmente, visto che Biden aveva affermato, al momento della sua elezione, che la difesa dei diritti dell’uomo e della democrazia sarebbe stata al primo punto nella sua agenda di politica estera. L’Europa, dal canto suo, non avendo una politica estera comune, non disponendo di un esercito integrato, dipendendo per la sua sicurezza dalla NATO (dove gli USA svolgono una parte preponderante), non ha potuto che seguire le decisioni americane. Gli Usa restano, l’Europa resta; gli USA se ne vanno, l’Europa se ne va. L’Afghanistan ha fatto prendere coscienza all’UE che senza una politica estera comune, senza un esercito “europeo”, l’Europa in quanto tale, pur essendo un gigante economico, rimarrà un nano politico e militare sulla scena geo-strategica del pianeta.

Cosa dovrebbe essere migliorato nell’organizzazione delle Nazioni Unite? – Vasta domanda, non basterebbe un libro per rispondere! In poche parole ecco alcune delle grandi questioni in discussione. Riforma del Consiglio di Sicurezza (il difficile contemperamento tra l’esigenza di una sua maggiore rappresentatività geografica e il diritto di veto di cui dispongono i 5 paesi vincitori della Seconda guerra mondiale (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna). Ciascuno di essi cioè può, da solo, bloccare le decisioni del Consiglio). L’elefantiasi e l’inefficienza burocratica dell’Organizzazione, che determina a volte la paralisi decisionale. L’inefficienza del meccanismo militare ONU che non può contare su forze stabili e integrate, ma solo su contingenti on demand provenienti da vari paesi per far fronte a una determinata crisi e che mostrano poi sul terreno difficoltà operative e di coordinamento. Tuttavia ciò che più preoccupa è che l’ONU sembra aver perso di vista il suo obiettivo principale: prevenire i conflitti militari, mantenere la pace nel modo. Si occupa, meritoriamente e con grandi risultati bisogna dire, di numerosissime altre questioni, ma sul fronte del mantenimento della pace non si può dire che abbia conseguito significativi successi. La riforma dell’ONU è urgente. Ma i suoi Stati-membri la vogliono davvero? Il “diritto d’ingerenza umanitaria”, vera rivoluzione del diritto internazionale, è gradualmente caduto nel dimenticatoio della Storia. Nessuno degli Stati sembra in effetti disposto a rinunciare a una sia pur minima briciola della propria sovranità, né i 5 “grandi”, del resto, vogliono abbandonare loro diritto di veto…

Eno Santecchia

22 dicembre 2021

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