Un po’ di storia delle scuole a Macerata: dal Liceo del Musone al Liceo Leopardi

Print Friendly, PDF & Email

Macerata, dopo l’unione delle Marche al Regno d’Italia napoleonico, subì una grave perdita: la soppressione della Università. In compensazione, l’8 giugno del 1808, fu concessa la istituzione di un Liceo (Liceo del Musone) e, due anni dopo, di un convitto.

Le materie d’insegnamento erano: elementi di diritto civile, italiano, francese e latino, retorica, logica, morale, elementi di scienze matematiche, fisiche, infine, disegno. Furono istituite anche Scuole Speciali, per non disperdere gl’insegnamenti già della Università, in cui s’insegnavano clinica medica, chirurgica e ostetrica. Il tutto trovò sede nel convento dei Barnabiti, in piazza, e fu finanziato dal Governo. Numerosi furono sia gli scolari che i convittori, con premi per gli studenti più meritevoli.

Con la restaurazione il Liceo fu sostituito con il Ginnasio Comunale; successivamente, dal 1828, arrivò anche la Scuola di Belle Arti, promossa da Giuseppe Graziani, nella quale s’insegnavano scultura, plastica, colorito, paesaggio, ornato e architettura, disegno e figura; dal 1833 qui si recuperano le materie sottratte alla Università: logica, metafisica, etica, elementi di algebra e di geometria.

Nel 1848 il Comune di Macerata, oltre a fornire i locali, spende per gli stipendi di un prefetto, tredici insegnanti e un bidello, la somma di 1.620 scudi che va dai 250 scudi del maestro di retorica ai 22 scudi del maestro di aritmetica elementare. Regolato dalla bolla di Papa Leone XII del 1824 “Quod divina sapientia”, era soggetto alla sorveglianza del Vescovo o di un suo delegato.

Alcuni numeri. Nel 1849 è frequentato da 370 alunni, il 25% forestieri,  pochissimi studenti dei borghi fuori delle mura castellane nessuno della campagna. Dalle relazioni degli insegnanti apprendiamo che gli scolari sono poco seguiti e curati negli studi dalle famiglie; che il metodo d’insegnare loro il latino appena hanno imparato a leggere e a scrivere non dà risultati soddisfacenti; che gli studenti vengono promossi con troppa facilità; che l’apprendimento del latino è inutile per chi nella vita dovrà fare l’artigiano e che sarebbe più opportuno l’insegnamento di materie tecniche e pratiche; che gli avvenimenti politici risorgimentali distraggono i giovani, più disposti a partire volontari per la guerra; che molti sono più propensi a ritornare in famiglia; che scarseggiano i testi scolastici adatti il che porta a usare testi uniformi per i corsi analoghi; e, infine, nota sempre dolente in ogni epoca, che gli stipendi degli insegnanti sono troppo modesti.

Continuano le vicende politiche dell’Italia e nel 1861, dopo l’annessione delle Marche al Regno di Vittorio Emanuele II, con decreto del 31 dicembre, il Ginnasio comunale viene pareggiato e, nel 1893, è “regificato” e unito al Liceo “Giacomo Leopardi”. Nel 1868/69 gli alunni erano 59.

A cura di Fernando Pallocchini – (liberamente tratto da Storia di Macerata – la cultura)

25 gennaio 2022  

Sii il primo a dire che ti piace

Commenti

commenti