Porter Piaggio elettrici a guida automatica (senza pilota) da Milano a Shangai – 5

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Si prosegue verso est – Lasciamo Mosca verso Est. Nei dintorni della capitale stanno sorgendo come funghi piccole casette, in legno o mattoni con  un pezzetto di terra intorno. Dopo anni di forzata coabitazione, esplode il desiderio di una casetta propria, anche se solo per i giorni di riposo. Le vedremo intorno a tutte le città e ovunque. Molta polizia sulle strade, non più i posti di blocco di staliniana memoria, ma il controllo è evidente. I posti fissi, ove ognuno doveva fermarsi stanno sparendo ma ogni tanto anche noi veniamo fermati. Ci sembra assurdo che ci fermino. Una carovana di nove veicoli certamente è stata controllata all’ingresso e anche in precedenza, non è scesa da Marte. Che senso ha fermarla? Poi tutto si risolve nel nulla, noi non parliamo russo, loro non parlano italiano, non sanno cosa fare, ovviamente blocchiamo il traffico e tutto finisce li. Lungo la strada la rete dei cellulari è perfetta, si parla ovunque e in questo la Russia è a posto ma lo stesso non si può dire della connessione Internet, nei grandi alberghi funziona ma è costosa, spesso è gratuita ma lenta con difficoltà di collegamento. Prima di Vladimir uno stabilimento della Ferrero in costruzione è l’espressione dell’imprenditoria italiana. Noi ci fermiamo in albergo solo nelle città dove sono previsti incontri con la stampa, altrimenti, condizionati dall’autonomia dei Porter Piaggio, ci fermiamo lungo la strada in aree di sosta. Recintate, custodite, si paga il parcheggio, alcune gestite direttamente dalla Polizia, sempre a pagamento. Evidentemente c’è una esigenza di sicurezza, inevitabilmente tornano alla mente i caravanserragli al tempo delle carovane. Dopo Niznij Novgorod, la città di Gorki, alla confluenza tra il Volga e l’Oka, scendiamo verso sud, verso il basso Volga, le nostre mete sono Saratov e Samara ambedue sul Volga.

Si beve: l’autista non deve guidare!

Saratov e Samara – È impressionante il Volga nella sua maestosità, capace di condizionare con la sua acqua il clima della regione. Ha costituito per secoli la principale via di comunicazione. In tutte le città sulle sue sponde le stazioni per il servizio regolare di battelli. La strada si snoda su saliscendi tra boschi di betulle, campi coltivati e la steppa che si perde all’orizzonte; è affiancata da filari di betulle per proteggerla dalla neve dell’inverno russo. Le fermate degli autobus sono ben organizzate, con corsia di sosta e protezione per i passeggeri, del resto in inverno sarebbe triste aspettare all’aperto. Saratov è la città di Gagarin al quale è stata intitolata l’Università. Qui c’è uno dei  pochi ponti sul Volga, la sua larghezza ne rende problematica la costruzione mentre le sue sponde sabbiose sono spiagge per bagnanti. Parcheggiamo i nostri mezzi presso la Topolek, concessionaria Iveco e Gasprom, perché vicina all’albergo, all’ombra del monumento a Gagarin in pieno centro, non c’è posto. Da Saratov a Samara risaliamo il corso del Volga. Il paesaggio non cambia. Questo itinerario è secondario rispetto a quello della transiberiana che incontreremo di nuovo a Kazan. I posti di ristoro e i distributori di carburante sono più rari e la loro efficienza e pulizia lasciano un po’ a desiderare. I servizi igienici purtroppo sono un argomento che è meglio non toccare. A Samara c’è il bunker costruito durante la guerra per ospitare Stalin e il vertice della nazione nel caso della caduta di Mosca. Non fu mai utilizzato e oggi è solo un reperto storico. Anche Samara è sul Volga, il suo lungovolga è affollato di ombrelloni, bagnanti e localini estivi. In città troviamo chiese cattoliche e ortodosse, e un monumento agli operai che durante la guerra qui costruivano gli aerei per l’aviazione sovietica.

Samara – il bunker segreto di Stalin

Kazan – Da Samara ci dirigiamo verso Kazan su una strada nuova, non segnata sulle carte che ci è stata indicata dal console italiano di Samara e Kazan, Gianguido Breddo. Ai lati sempre steppa, colline che si perdono all’orizzonte. Si cominciano a vedere allevamenti di bovini e pozzi di petrolio, si ha subito l’impressione di una regione ricca. Entrando in Kazan siamo chiusi nella morsa del traffico che ricorda quello di Mosca. La città, che ha celebrato da poco i mille anni dalla sua fondazione, condivisa pacificamente tra ortodossi e mussulmani è straordinariamente pulita, ordinata, con numerosi locali pubblici che danno l’idea di più ricchezza rispetto ad altre regioni. In periferia i nuovi palazzi hanno un aspetto diverso, da “dopo caduta del muro”, lo spartiacque tra l’architettura del regime e la libera interpretazione. I proventi del petrolio restano in buona parte nella regione, e si vede. Il Cremlino, perfettamente restaurato è stupendo nel suo biancore. Qui c’è anche una torre pendente ma, obiettivamente, non può fare concorrenza alla nostra di Pisa. Le auto che circolano, specie quelle di classe superiore, hanno tutte i vetri oscurati, abitudine comune in tutta la Russia. Deriverà forse dal ricordo delle auto della “nomenclatura”? Le auto in Russia sono quasi tutte a benzina, meno problemi con il freddo, tre le benzine in vendita a 76/8o, 92 e 95 ottani, il prezzo è 20–24 rubli al litro, poco più di mezzo Euro, il diesel costa da 18 a 20 rubli, ma vi sono rivenditori privati che lo vendono anche a 14-15 rubli.

Kazan – il Cremlino Mezquita-Kul-Sharif-Vistas

In Russia ci si sposa il sabato – Sempre verso est, verso Ufa. Il paesaggio non cambia, steppa e campi coltivati, spazi immensi la presenza umana è data solo dai veicoli che incontriamo e da qualche piccolo villaggio. Un giorno di vento, il vento della steppa. Le betulle ai lati della strada sono piegate, ora è ancora estate, in inverno il vento della steppa fa paura, trascina la neve in vortici minacciosi. Ufa, una città industriale con poche attrattive. È sabato, il giorno dei matrimoni. In Russia ci si sposa il sabato. Auto addobbate e spose in bianco. Per tradizione dopo la cerimonia le spose portano il mazzo di fiori in alcuni posti classici di ogni città. Qui ad Ufa al monumento ai Caduti con immancabile gruppo fotografico o al piazzale delle fontane vicino al nuovo, moderno palazzo dei congressi, all’ombra della statua dell’eroe baschiro Salavat Yulaev. Nelle città entriamo sempre con una guida locale o scortati dalla polizia, lungo le strade viaggiamo soli ma non abbiamo problemi, la segnalazione stradale in Russia è veramente ottima, è impossibile perdersi. Certamente bisogna rallentare per leggere le scritte che sono tutte in cirillico, solo sugli itinerari maggiori sono affiancate da scritte in caratteri latini.

I monti Urali – Ora siamo ai piedi degli Urali da scavalcare per entrare in Asia. La prossima destinazione è Celiabinsk, altra città industriale, soprannominata Traktorgrad per le sue fabbriche di trattori. Prima di Ufa, sulle rive del fiume Kama un altro grande complesso industriale, la fabbrica di camion Kamaz, proprio dal nome del fiume. Gli Urali hanno un aspetto diverso da quello che immaginiamo noi come montagne, non una salita continua, un passo e poi una discesa a valle. Nella zona più meridionale, più erosa dal tempo, sono una serie di saliscendi, una serie di piccole catene montuose, un saliscendi continuo. La displuviale e quindi la linea di confine tra Europa ed Asia, è stata a lungo un rompicapo per i geografi, definita solo in tempi recenti ed è all’inizio dell’ultima breve discesa verso la pianura siberiana. continua

Gianni Carnevale

6 dicembre 2022

Puntata 1 – Porter Piaggio elettrici a guida automatica (senza pilota) da Milano a Shangai – 1 | Associazione culturale La Rucola

Puntata 2 – Porter Piaggio elettrici a guida automatica (senza pilota) da Milano a Shangai – 2 | Associazione culturale La Rucola

Puntata 3 – Porter Piaggio elettrici a guida automatica (senza pilota) da Milano a Shangai – 3 | Associazione culturale La Rucola

Puntata 4 – https://www.larucola.org/2022/12/05/94515/

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